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La Storia di Sant’Agata

La Storia di Sant’Agata: Il culto di S. Agata è uno dei più antichi della storia cristiana ed è riconosciuto anche dalla Chiesa Ortodossa.

Secondo le ricostruzioni storiche Sant’Agata era una giovane che visse all’inizio del III secolo durante il proconsolato di Quinziano.

La Storia di Sant'Agata
Le sue origini erano nobili. Le fonti narrano che proveniva da una ricca famiglia di fede cristiana, che abitava in Sicilia, probabilmente a Catania o nelle vicinanze.
Dal “Passio Sanctae Agathae” sappiamo che suo padre si chiamava Rao e la madre Apolla, ed erano proprietari terreni e di case nella prospera provincia di Catania.
La Sicilia come del resto le altre Provincie romane erano scenari di persecuzioni contro i fedeli cristiani.
Agata si avvicinò alla fede intorno ai 15 anni, quando venne consacrata dal vescovo locale che gli impose di vestire il velo rosso, tipico delle vergine consacrate dell’epoca. Da alcuni dipinti storici appare raffigurata con la tunica lunga e la stola a tracolla, abbigliamento tipico delle diaconesse, che prefigura un impegno totale nel culto di Cristo.
Secondo la tradizione godeva di una rara e stupefacente bellezza, tanto da attirare l’attenzione dello stesso proconsole Quinziano, che sulla base dell’editto di persecuzione dell’imperatore Decio, la fece portare a forza nella sua dimora, il palazzo Pretonio, con l’accusa di vilipendio alla religione di Stato.
Qui si incrociano numerose storie popolari che la vedono fuggiasca nei luoghi poi diventati di culto, ma alla fine comunque è certo che venne fermata ed arrestata.
L’editto era stato proclamato al fine di contenere il diffondersi del cristianesimo e prevedeva la ricerca e la tortura dei cristiani al fine di convertirli ai culti pagani.
Giunta lì provò in ogni modo a sedurla senza riuscire nella sua impresa. Secondo la leggenda vedendo i suoi tentativi di seduzione vani, la affidò ad una cortigiana di facili costumi chiamata Afrodisia. Il suo compito era quello di rieducare la ragazza facendola partecipare alla viziosa vita di corte fatta di festini, banchetti e divertimenti immorali al fine di condurla in tentazione, rinunciando alla sua verginità consacrata a Dio. Vedendo ogni sforzo vano, Afrodisia riconsegnò la giovane a Quinziano sottolineando la sua fermezza e la sua testardaggine nel percorso intrapreso di vergine consacrata.
Per tale motivo la punì aprendo contro di lei un duro processo in cui venne varie volte interrogata e torturata.

Le fonti raccontano

Che Sant’Agata si presentò al processo vestita da schiava e venne schernita per questo poiché proveniva da una famiglia nobile. La sua risposta fu epica e ribadiva con fermezza la sua volontà di essere la schiava del Padre Eterno.
Da lì iniziò una lunga serie di soprusi e torture che la videro protagonista. Le stirarono le membra, la lacerarono con pettini di ferro, scottandola con lamine incandescenti. Questi atti osceni non la piegarono, ma al contrario sembravano rinforzassero la sua fede.
La Storia di Sant'Agata tortureL’atto più crudele fu quello di farle strappare i seni con delle tenaglie. Nelle sue rappresentazioni spesso la santa viene raffigurata con i seni sopra ad un piatto e con delle tenaglie.
La stessa notte del crudele gesto, ferita e dolorante nella sua cella, mentre pregava ebbe in visione S. Pietro apostolo che le veniva incontro con un bambino con una lanterna. Improvvisamente i suoi seni guarirono ed il dolore cessò.
Il giorno seguente osservando il miracolo, il proconsole le chiese come fosse possibile tutto ciò e lei rispose che era grazie a Cristo.
Al culmine della collera quindi, Quinziano la condannò ad essere arsa viva su un letto di carboni ardenti con punte e lamine infuocate. Al momento dell’esecuzione mentre si trovava sulla pila ardente, un forte terremoto scosse la terra e per questo motivo il proconsole la fece liberare dalle fiamme.
Mentre le sue membra bruciavano, fu il suo velo a non prendere fuoco ed è per questo che ieri come oggi viene considerato tra le reliquie più importanti della cristianità.
Nella storia sovente i popoli siciliani lo hanno portato ai piedi del vulcano Etna per fermare le colate di lava che minacciavano le case ed i terreni.
Ustionata ed in fin di vita venne riportata nella sua cella dove morì poche ore dopo, intorno al 251.

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