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Acqua, #maipiùsposebambine

Acqua, #maipiùsposebambine - CopyBloggerAcqua: la storia di una bambina destinata a cambiare le regole del suo mondo, la prima inconsapevole rivoluzionaria.

Non so se lo sapete ma in questi giorni Amnesty Internetional ha organizzato, in un piazza a Roma, un finto matrimonio fra un uomo ultra quarantenne ed una bambina di dieci anni, per dire #maipiùsposebambine. In località medio orientali ed orientali è una consuetudine ed una pratica diffusa, vendere le proprie figlie ancora bambine come spose in cambio di una buona dote, che significa soldi a casa e una bocca in meno da sfamare.

Dobbiamo chiederci: non si tratta di pedofilia questa? Che nè di queste bambine che molto spesso muoiono di parto, che vengono picchiate, violentate e private di un futuro?

Io voglio invitarvi a leggere il romanzo Acqua, il romanzo di Bapsi Sidhwa.

Acqua: la trama

Chuya è una bambina indiana di sei anni, che viene data in sposa ad un vedovo di quarantotto. Il padre della bambina ha deciso che è giusto così e la famiglia non può che acconsentire, l’attonita Chuya è costretta ad obbedire e a sposarsi. Dopo che si è svolta la cerimonia, che in fin dei conti alla bambina pare un gioco, Chuya diventa una donna.

Quello che pare un orribile destino è solo l’inizio: il marito di Chuya muore e per le leggi indiane, la bambina ora è una vedova.

Nell’India dei primi del novecento una delle condizioni più abbiette era proprio quella dell’esser vedova, la donna è responsabile della morte del marito ed essendo metà di lui anche lei muore per metà. Il destino della vedova è quello di vivere confinata in un ashram (casa delle vedove) per pregare e vivere di elemosina. Non canterà, non correrà, non si farà crescere i capelli, non mangerà dolci, non parlerà con nessuno e vestirà esclusivamente di bianco (il colore del lutto).

Chuya viene dunque condotta in un ashram popolato di vedove per lo più anziane, verso la sua nuova vita da reclusa. Fra le figure che incontra troviamo: la grassa e perfida Madumati a capo dell’ashram che obbliga le vedove ad elemosinare per poi prenderne il ricavato, Shakuntala che cercherà in tutti i modi di proteggere la bambina, l’eunuco Gulabi e la bella Kalyani una giovane vedova dai capelli lunghi, che custodisce un terribile segreto e che diverrà presto amica della nuova piccola vedova.

Acqua, #maipiùsposebambine - CopyBloggerChuya non ci sta, non vuole sottomettersi a regole che non capisce, vuole solo tornare a casa da sua madre. Saranno Naraiam e Gandhi a segnare una svolta nel suo destino, in quello di Kalyani e degli ashram.

Acqua: il commento

Acqua è un libro semplicemente bellissimo e terribile al tempo stesso, perché con la sua fluidità e la sua capacità di evocare un lontano mondo indiano, racconta tristi storie di donne senza colpa che venivano rinchiuse poiché vedove, quindi non più assoggettate ad uomo e pertanto sessualmente attive e pericolose. Fortunatamente intervengono nella storia personaggi positivi che cercano di remare contro, a voi scoprire se ci riescono e come finisce la storia di Chuya.

Acqua: il film

Dal romanzo Acqua è stato tratto il film Water di Deepa Mehta, nominato agli Oscar nel 2007, bello ed intenso quanto il libro. Vi consiglio di guardarlo.

Vi lascio sulle note di una delle soundtrack del film Chanchan”.

Buona lettura e buona visione.

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